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mercoledì 26 ottobre 2016

L'analisi prestazionale del Gp degli Stati Uniti

                      STORIE DI COWBOY


  
Storie di cowboy che non mollano mai, anche se hanno una macchina poco competitiva... 
30 punti di svantaggio dal compagno di squadra che sembra ormai destinato al titolo...
o un cambio triturato,
loro spingono sempre...


Il gran premio di Austin, nonostante i cowboy della F1, è stato un gp abbastanza spento e privo di azione, all'interno del quale si è però delineato un quadro tecnico abbastanza chiaro e di semplice lettura, dandoci conferme, ma anche qualche piccola sorpresa.
Per prima cosa però delineamo le caratteristiche del circuito di Austin. 
E' un circuito completo e tecnico in cui contano sia le qualità telaistiche sia quelle motoristiche.
Il primo settore è quello in cui conta di più il carico e in particolare il bilancio aerodinamico, in modo da avere una vettura composta e rapida nel susseguirsi di cambi di direzione da curva 2 a curva 6.
Nel secondo settore si può dire che conti in generale l'efficienza aerodinamica, vista la necessità di una vettura veloce nell'allungo da curva 11 a curva 12, ma anche di una vettura veloce nella sezione da curva 7 a curva 10.
Il terzo intermedio è quello invece dove serve più trazione, fondamentale per uscire al meglio dalle curve strette e carico, per affrontare al meglio il complicato curvone che formano la curva 17 e 18, in cui si arriva a frenare quasi a ruote sterzate.




Importante come al solito il richiamo al grafico con il confronto fra il reale tempo del Q3 e il tempo ideale dato dalla somma dei migliori settori. Possiamo notare che solo tre piloti sono riusciti a tirare fuori il miglior giro nel Q3 (Hamilton, Verstappen e Raikkonen). Bisogna comunque riconoscere che in generale il gap dall "ideal" è davvero ristretto, con picchi che arrivano ad un accettabile tre decimi. 

Passiamo ora a quello che è il tema più interessante del Gp ma in generale della fine di questo campionato, ovvero la sfida Red Bull/Ferrari. Dopo il sorpasso in classifica costruttori ( si guardi il grafico qui sotto), avvenuto al Gp di Ungheria possiamo chiaramente notare come la Ferrari abbia incominciato un trend negativo interrotto solo in Belgio e in Giappone, e culminato proprio qui in America.La Red Bull invece, dopo gli aggiornamenti Renault, si è stabilizzata attorno ad un buon 0,6% di distacco dalla prima della classe. 
 Passando ora ai grafici inerenti solamente al Gp, risulta interessante dare un occhiata al grafico con le velocità massime rilevate alla speed trap. Salta subito all'occhio la linea relativa a Raikkonen, che oltre ad essere stato il più veloce di tutti, ha chiaramente girato con un set up più scarico di Vettel. Set up che sembra però aver pagato di più rispetto a quello scelto dal suo compagno di squadra. 
Infatti, come si può notare dai grafici sui distacchi percentuali nei vari settori, Raikkonen si è rivelato più competitivo di Vettel anche nei settori più guidati, probabilmente per un bilancio aerodinamico migliore portato da questa scelta di assetto. 

Importante anche notare l'enorme deficit di velocità di Sainz, pari ad addirittura 10 km/h rispetto al più veloce. Nonostante tutto ciò Carlos si è ritrovato 10° in qualifica e sesto in gara, il tutto a conferma della qualità del telaio della vettura di Faenza. Ciò si può anche notare dai grafici, che ci dicono che il settore in cui la Toro Rosso è stata più competitiva rispetto agli avversari è proprio il terzo, ovvero quello di telaio, per poi perdere invece un' eternità nel secondo. 
Passando alla Mercedes risulterebbe banale ripetere le qualità di questa vettura, nella quale, come al solito, è stata la grande efficienza aerodinamica a fare la grande differenza.. 
E' dunque più interessante analizzare il confronto Rosberg /Hamilton, con il tedesco che di fatto ha perso la pole nel primo settore, dove si è preso 3 decimi dall'inglese, per poi invece segnare il tempo record nel secondo e nel terzo settore. 
Difficile dire il perché di tutto ciò. Secondo me la causa si può ricercare solo nell'errore umano, con Rosberg che probabilmente non è riuscito a trovare una traiettoria efficace come quella di Hamilton nel serpentone, mancando di velocità all'interno della curva.
Ce ne può dare conferma il grafico con le velocità nel primo settore, rilevamento posto dopo l'uscita di curva 6, con Rosberg più lento di Hamilton di ben 6 km/h. 
Sul dato di Vettel stendiamo invece un velo pietoso..
Infatti dopo un weekend che era sembrato una sorta di rinascita (in qualifica) per la Ferrari, qui ad Austin si è dovuti ritornare con i piedi per terra (o forse sotto..).
Abbiamo dunque capito che la perfomance  di Suzuka, arrivata per un ottimo set up scelto dagli ingegneri che ha permesso di far funzionare bene la gomma, ma anche di avere una vettura dall'ottimo bilancio aerodinamico (ed anche per una Mercedes senza manettino girato),è qualcosa di concretamente non ripetibile.
O meglio, potrebbe esserlo se solo la SF16-H non fosse una vettura così imprevedibile, che al minimo cambio delle variabili, può diventare o una vettura guidabile o una barca!
E questo è sintomo di una base progettuale con tante lacune, alla quale in Ferrari non sono riusciti e ormai non provano più a rimediare. 

Per il momento è tutto, ci vediamo la prossima settimana in Messico. Ciao e keep pushing !!!!











GRAFICI SULLA GARA